Gio Cristiano: intervista al chitarrista e songwriter partenopeo
È disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Del blue (ed altre essenze)”, il nuovo album di Gio Cristiano prodotto da Aspro Cuore.
“Del blue (ed altre essenze)” è composto da otto composizioni originali che sono tutte intensamente intrise di quel sound mediterraneo che mescola negritudine (ovviamente a metà!) e melodia partenopea, jazz, jazz-rock e pop(ular) song. Il disco rappresenta un pieno ritorno al sound mediterraneo del chitarrista e songwriter partenopeo, da sempre ammaliato dalla grande produzione musicale mediterranea ed in particolare partenopea.
Ciao Gio Cristiano, “Del blue (ed altre essenze)” è il tuo nuovo album. Raccontaci com’è nato.
Per certi versi è il mio primo album, una sorta di esordio almeno per la parte cantautorale.
Dopo “Voodoo Miles” – disco scritto a quattro mani con il vocalist newyorkese Dean Bowman – avevo l’esigenza naturale di tornare su sonorità più mediterranee.
Qual è il tema chiave del disco?
Dipende dal punto di vista, o meglio di ascolto. Mi sono arrivati diversi feedback da chi ha ascoltato il lavoro, ognuno ha trovato un particolare tema centrale a cui si è affezionato.
“Del blue (ed altre essenze)”, come mai questo titolo?
Il blue è tante cose insieme, un colore primario, tra i più intensi, un’emozione (un feeling), è il mare, il cielo, la luce nel mio studio di registrazione.
È un’essenza sghemba, elegante addirittura nobile se associato al sangue. È negritudine se è un suono, per noi da queste parti lo è sempre a metà. È nobile e negro allo stesso tempo, una dissonanza intrigante, un collasso della ragione cartesiana!
Quale messaggio vorresti rimanesse a chi ascolterà il tuo nuovo disco?
Per come la vedo io, la musica non impone significati, è un’essenza così evanescente che ognuno può interpretare come preferisce quello che ascolta. Come il mare, c’è chi lo ama profondamente e vuole andarci a fondo per conoscerne i segreti e chi preferisce restare in superficie a guardarlo.
Da quali sonorità è caratterizzato “Del blue (ed altre essenze)”?
Sicuramente c’è un mood mediterraneo che però si mescola con jazz, funk, jazz rock e genere black music.
È un disco interamente suonato, quasi un live in studio. Pur avendo un piano acustico in organico è disco prevalentemente elettrico: chitarra solid body; chitarra semiacustica, amplificatore ed effetti.
C’è una canzone del disco a cui sei particolarmente legato?
Io sono essenzialmente un chitarrista, ma è da un po’ che scrivo ed interpreto musica in forma canzone. “Ddoje parole blues” è il brano a cui sono più legato emotivamente.
Oltre a te, chi ha collaborato a questo progetto discografico?
Nel disco c’è Marco Ciardiello, un pianista con il quale ho condiviso gli anni del conservatorio. Per la prima volta uso pianoforte in un mio progetto, e riascoltando il lavoro finale direi che è servito per allargare lo spettro armonico e timbrico del disco. Con Marco abbiamo lavorato insieme anche tutta la postproduzione.
C’è Francesco Girardi, giovane bassista di formazione jazz, che riesce a sposare molto bene il mood delle mie composizioni, le quali hanno bisogno di un groove black e sostegno armonico.
Non poteva mancare “Crazy Angel”, Angelo Calabrese, batterista già presente in “Vodoo Miles”, del cui groove non riesco a fare a meno. Con il suo drumming riesce a far danzare anche le pietre.
In un paio di brani ci voleva poi una vera vocalist, ed abbiamo chiamato Roberta di Pama a scrivere ed interpretare alcuni cori.
Sappiamo che sei il fondatore di Aspro Cuore. Ce ne vuoi parlare?
Aspro Cuore è un centro di formazione e di produzione musicale, ci occupiamo di formare giovani artisti e li seguiamo nel loro percorso di crescita fino alla produzione dei loro singoli, dei loro video e dei loro concerti.
Per gli artisti Aspro Cuore facciamo corsi di musica, abbiamo il nostro studio di registrazione nel quale realizziamo produzioni audio e video.
Sei anche un producer che cura le produzioni di molti artisti emergenti. Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Non sono legato a generi ed etichette, mi piace chi scrive bene ed è alla ricerca di sonorità interessanti.
Come producer mi piace lavorare con chi non ha fretta, non penso alle produzioni musicali come un fast food. Ogni brano va cullato e portato fuori un po’ alla volta, è come in un processo alchemico. Si parte dalla melodia su cui mettere un buon testo, poi si cura la parte armonica e ritmica, poi si scelgono i timbri e tutto il resto.
Chi usa solo le macchine probabilmente fa prima, anche se spesso lo fa perché non ha competenze musicali, ma così i ragazzi si trovano con brani tutti uguali tra loro.
Quali sono i progetti in cantiere di Gio Cristiano?
Ho altri brani da produrre, ma voglio prima rodare ed affinare la band del disco con dei concerti. Faremo delle presentazioni live del disco, sempre diverse tra loro, come è giusto che sia un live.